Filosofia
Ho sempre immaginato che quello del grafico fosse il mestiere più bello del mondo. È un atto creativo. Significa dare forma ad un pensiero, rendere visibile un’idea: e questi, certamente, non sono gesti quotidiani.
E tuttavia chi fa il mio lavoro ha questo privilegio e questa responsabilità. Un segno grafico può alle volte essere discusso, o mal interpretato, ma può contenere in sé un grande e indiscutibile carattere: l’originalità.
Molto spesso il grafico smette la sua veste per assumerne un’altra: quella del mediatore. Bisogna infatti attingere a diverse soluzioni per far combaciare le tessere del mosaico in cui, nella maggior parte dei casi, giocano un ruolo diverso le indicazioni del cliente, le aspettative dell’utenza, il gusto del pubblico e, per ultime, ma non ultime, le scelte personali dell’ “artefice”, il grafico appunto. A volte, come per una sorta di alchimia sconosciuta, le tessere si incastrano miracolosamente al loro posto e il risultato del lavoro è adeguato e apprezzabile. Altre volte, con molta fatica e pazienza, le tessere riescono a coincidere solo dopo diversi compromessi e il risultato si può considerare buono. Altre volte ancora, invece, si rinuncia a mettere insieme i pezzi poiché incompatibili tra di loro. In ogni caso, il lavoro è sempre frutto di studio, approfondimento e comparazione. Talvolta anche di fortuna, ma mai di approssimazione.
È importante poi guardarsi intorno, conoscere la realtà in cui si opera aderendo a progetti che possano avere credibilità e riscontro nelle realtà locali. Per questo il compito del creativo richiede ricerca, onestà intellettuale e affinità con ciò che lo circonda. La capacità di stupire non è mai, infatti, fine a se stessa, ma deve nascere da un’idea di per sé capace di catturare l’attenzione poiché rappresenta il “desiderio” trasformato in attualità. Un siffatto tentativo non avrà mai un buon esito né una sua continuità se non è sostanziato da sforzi, dedizione, idee ma, soprattutto, cuore. Credo davvero che il cuore, la passione, l’amore per il mio lavoro, siano il vero “motore” delle mie idee, delle mie intuizioni, dei miei progetti.
Sì, il cuore e la passione, che mi invitano a continuare anche quando penso che non valga la pena farlo - e scopro, invece, che ne vale sempre la pena -; che mi aiutano a proseguire anche quando è tardi e dovrei dormire, e dio solo sa quanto ne avrei bisogno; che mi esortano a trovare nuove soluzioni anche quando penso di averne trovate a sufficienza (ma sufficienti non lo sono mai)…